Dopo aver letto l’interessantissimo articolo di Matteo Rosati “Dracula e il vampiro contemporaneo” – che consiglio vivamente di leggere a chi ancora non lo abbia fatto – ho sentito il desiderio di dire qualcosa su questo argomento come autrice di un romanzo paranormal fantasy, PRELUDE, edito da Armando Curcio Editore, che vorrei presentare ai lettori di Neimaran. Ringrazio dunque Matteo Rosati per questa opportunità di “raccontarmi” ai lettori del blog in questo spazio dedicato agli autori.
La prima cosa che ci colpisce parlando di vampiri è l’attualità di questo mito che dipende certamente dal fascino esercitato da una creatura originariamente umana ma poi trasformata in terrificante essere immortale in seguito al fatale morso con cui i vampiri sono famosi per riprodursi.Questa commistione di umanità e di immortalità affascina e in qualche modo riduce la percezione della gravità dei misfatti compiuti per perpetuare tale ordine di cose. I successi letterari e cinematografici di questi anni testimoniano questo cambio di rotta rispetto agli antenati letterari del vampiro, figure originariamente relegate indiscutibilmente all’ambito del genere horror ed ora a pieno titolo inserite nel fantasy, nel romanzo rosa, addirittura nella commedia. Anche l’aspetto esteriore si è evoluto, infatti esteticamente sono creature bellissime e intriganti, colte, raffinate, o addirittura rassicuranti come il “ragazzo della porta accanto”. Del resto la cinematografia ha dato un contributo significativo a questo cambiamento di stile, indubbiamente apprezzato da noi lettori moderni.
In realtà il mito del vampiro ci riporta ad una dimensione atavica della storia umana, ci riporta alle radici della nostra natura, alle forze istintive e primordiali che nel corso della Storia siamo diventati in grado di dominare e di forgiare alla luce di nobili istinti sociali di sopravvivenza, innalzati dalla necessità del rispetto reciproco e codificati nella legge con cui l’uomo civilizzato governa e amministra le sue relazioni interpersonali. La figura del vampiro ci ricorda quanto questi successi siano labili perché la capacità di fare il male rientra nelle caratteristiche della specie umana, purtroppo.
Gli aspetti su cui ci siamo soffermati tornano tra le righe di PRELUDE, il mio romanzo d’esordio ambientato in Scozia alla fine dell’800. Nella cornice gotica dell’ambientazione accadono eventi misteriosi che sembrano coinvolgere principalmente il giovanissimo protagonista, William Druce, figlio dell’istitutore assunto dai proprietari del castello per l’educazione dei due rampolli, Duncan e Wynter, coetanei del ragazzo. William scopre nel tempo di avere spiccate doti in qualsiasi cosa faccia e scambia per semplice talento la facilità con cui suona il pianoforte, apprende le lingue, sviluppa la propria forza fisica. Sarà solo al compimento del diciassettesimo anno di età che scoprirà quanto tutto ciò fosse soltanto il preludio all’incontro del suo destino, l’abbraccio fatale di Vernon Dougal, il Vampiro che lo trasformerà in un suo simile. Un destino cui cercherà di sfuggire lasciando a Bessborough, nel manor, i suoi affetti più cari, il padre Adam, gli amici, e soprattutto Wynter, l’amore della sua vita. Un viaggio al seguito di Vernon, nella speranza di poter imparare grazie a lui a vivere tra gli esseri umani senza metterli in pericolo e soprattutto di poter costruire comunque una vita insieme a Wynter.
La Scozia è una regione davvero fantastica per i suoi scenari, pieni di colori intensi e profumi caratteristici.
Alcuni luoghi nominati nel romanzo sono immaginari, ad esempio la location del castello, ma i nomi geografici esistono nella realtà. Siamo nelle Highlands, un paesaggio grandioso in cui vallate solitarie si alternano a montagne imponenti che si gettano nel mare e profondissimi fiordi oceanici si confondono con i loch di acqua dolce. Un’area spazzata dai venti, dove le nuvole basse oscurano il cielo avvolgendo il paesaggio di mistero. In questo set unico si trova il manor degli Hateley, un antico castello con le sue torri misteriose che attraggono e spaventano William, e intorno ad esso si stende la fredda brughiera disseminata di laghi e laghetti. Un’ambientazione ideale per miti e leggende. È l’ambientazione tipica del romanzo romantico ottocentesco, un altro elemento che certamente ha dato forza e ispirazione alla narrazione.
Il lettore è trasportato all’interno della storia dal racconto di William, l’io narrante, che offre una presa diretta della realtà che si trova a vivere in prima persona. Questo espediente narrativo, oltre all’accurata descrizione ambientale, permette di visualizzare esattamente i personaggi, gli eventi, le emozioni. Una storia che si è manifestata via via che veniva scritta, con una “visione dall’alto” sempre soggetta alle richieste di variazione da parte dei personaggi stessi!
PRELUDE rivisita il mito del vampiro apportando diversi elementi di originalità, come ad esempio le fasi del ritmo circadiano, ossia dei ritmi vitali, e nella scelte delle vittime-prede. Il ciclo lunare conserva un’attrattiva particolare e la luna stessa sembra avere un dialogo speciale con il protagonista durante tutto il corso della sua vita.
I luoghi e il tempo meteorologico interagiscono con i personaggi, e disegnano, insieme agli eventi misteriosi connessi all’ordinaria quotidianità, quell’atmosfera gotica che si respira nel romanzo e che riesce ad armonizzare gli elementi horror con quelli tipicamente romantici. Una storia che vuole tornare tra le fila delle origini letterarie del vampiro, dove collochiamo Polidori, Stoker, Rice.
Ma la particolarità di Prelude sta nell’offrire una diversa prospettiva di riflessione: William è un adolescente, una personalità in crescita, è consapevole di essere un po’ “strano” e il suo sguardo sulla vita è quello di un ragazzo animato dalle insicurezze ma anche dalle grandi passioni tipiche dell’età. Il suo amore per Wynter è totale e sarà questo a permettergli di conservare un cuore in parte umano.
Un romanzo di formazione, dunque, fortemente introspettivo in cui è facile comprendere che, in fondo, il vampiro è in ognuno di noi, è quel lato oscuro che va riconosciuto e dominato per evitare che prenda il sopravvento, come la Storia e la cronaca purtroppo ci insegnano. Solo l’amore può contrastare questa forza primordiale e, infine, salvarci.
William sa perfettamente di essere una creatura della notte ma il suo amore per Wynter gli lascia la chance di cercare un equilibrio che non lo catapulti completamente nella dimensione oscura del Male. In questo egli rappresenta un po’ l’uomo nella storia, sempre alla ricerca di un posto onorevole e dignitoso da cui guardare il mondo. E, come tutti noi, William è alla costante ricerca dell’amore che non lo faccia rassegnare mai a una facile resa alle difficoltà della vita.